Nei secoli passati l’unicorno non era solo un simbolo o un animale leggendario, egli viveva nel pensiero comune ed era uno dei misteriosi abitanti ai confini delle terre conosciute. Prima del diffondersi del cristianesimo l’unicorno era considerato un esempio di forza e virilità, fu in epoca medievale che assunse un’accezione più mistica; il suo manto era bianco e candido come la Luna, puro ed immacolato, il suo lungo ed affusolato corno invece gli conferiva un contatto diretto con il divino e lo rendeva immune ad ogni veleno. La sua forza era senza pari nonostante il suo corpo fosse piccolo, simbolo di umiltà. Per catturarlo a nulla sarebbero serviti prodi cavalieri o interi eserciti che non avrebbero potuto nemmeno vedere l’indomato animale, solo una dama, nobile nello spirito e nel corpo, avrebbe potuto avvicinarlo e forse renderlo docile.
L ‘unicorno divenne di fatto un esempio di rispetto, purezza, forza e libertà adottato in innumerevoli stemmi araldici di famiglie o di interi paesi, un esempio al quale tendere.
La sua morte avvenne quando gli esseri umani smisero di ricercare questi ideali sentendosi ormai arrivati ad un punto di supremazia su ogni cosa, posi persino al di sopra della Natura stessa.
Ne “La Morte dell’Unicorno” noi Murmur Mori cantiamo di... more
credits
releases March 31, 2018
Mirko Volpe: chitarra, cetera, voce, tamburi, flauto a becco (canzoni 7 e 10), bombarda, tin whistle, mandola, castagnette, sonagli, triangolo, campane
Kuro Silvia: voce
Alessandra Zyklus: flauto traverso
Stefano Barcellari: mandola (canzone 4)
Musica e arrangiamenti: Mirko Volpe (eccetto “Ai Vist Lo Lop”, trad.)
Testi: Kuro Silvia (canzoni 3 - 4 -10) Mirko Volpe (canzoni 1 - 5)
Disegni di Stefano Barcellari
Grafica di Kuro Silvia
Questo album è dedicato a tutte le persone con un'anima antica.